L’ombra della criminalità organizzata incombe sugli Atp Finals di tennis. Il prefetto di Torino, Claudio Palomba, con un’interdittiva antimafia ha commissariato la Parcolimpico srl, la società che gestisce le strutture del patrimonio ereditato dai Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, tra cui il Pala Alpitour, dove tra un paio di mesi si terranno i primi eventi. E con lo stesso provvedimento ha nominato Giorgio Zanzi, ex prefetto di Varese e commissario di Campione d’Italia, amministratore straordinario della società. Dovrà garantire la continuità dell’organizzazione e i rapporti contrattuali già siglati, per non «compromettere la manifestazione sportiva, minacciata da tentativi di infiltrazione mafiosa».
La Parcolimpico, sede in via Filadelfia 82, è costituita da due soggetti societari. In minoranza, con il 10% delle quote, c’è la Fondazione 20 Marzo 2006, composta da Regione Piemonte, Comune di Torino, Città Metropolitana e Coni. In maggioranza la compagine privata: la Get Live 2 di Milano, che possiede il 90%, a sua volta controllata da Live Nation Italia, colosso nella produzione e organizzazione di concerti, e partecipata in minima parte da Set up live, società torinese con sede sempre in via Filadelfia 82, ora in liquidazione. È da quest’ultima società, del patron dei concerti Giulio Muttoni, finita nella black list delle aziende a rischio di infiltrazioni mafiose, che parte il contagio di sospetti e indagini. La Set Up Live, negli ultimi anni, è stata oggetto di più interdittive antimafia, in relazione all’Expo 2015. E Muttoni al centro di varie indagini.
L’anello di congiunzione con la criminalità organizzata va ricercato in una recente inchiesta dei carabinieri del Ros e della Dda torinese sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nel tessuto economico piemontese. Stando agli atti di quell’inchiesta, uno dei soci della Set Up, Lorenzo La Rosa, avrebbe ceduto «in più circostanze numerosi biglietti omaggio a esponenti di primo piano della ‘ndrangheta radicata in provincia di Torino, Adolfo Crea e Giacomo Lo Surdo, per il tramite di Luigi Greco, anch’egli affiliato alla criminalità organizzata». I proventi dei biglietti erano destinati a sostenere le famiglie degli affiliati detenuti. Rapporti di cui sarebbe stato al corrente Giulio Muttoni.
L’ombra gettata da questi episodi, risalenti a una decina di anni fa, ha finito per ripercuotersi nel tempo, condizionando gli assetti societari. Ma ci sarebbero anche nuovi sospetti, legati a più recenti rapporti contrattuali, ritenuti ad alto rischio.
Non a caso, le regole di ingaggio dell’amministratore straordinario, oltre a «scongiurare il rischio di mancato svolgimento della manifestazione sportiva nei tempi previsti», riguardano «la ricognizione puntuale di tutti i rapporti contrattuali in corso di esecuzione, di cui risulta titolare» la Parcolimpico. Entro 30 giorni il prefetto Zanzi dovrà «acquisire piena contezza del numero e della tipologia di contratti pubblici in essere, ai fini di un’eventuale estensione del perimetro di operatività e di efficacia della misura straordinaria». Una radiografia completa di tutti gli interessi che ruotano attorno al Pala Alpitour, di cui la Parcolimpico è concessionaria grazie alla convenzione con la Fondazione 20 marzo 2006.
Le Atp Finals sono una grande opportunità per la città, dal punto di vista economico e turistico. È notizia dei giorni scorsi il boom di prenotazioni: biglietti già esauriti. Ma offre anche un’allettante miniera per la criminalità. Sulla manifestazione, che si aprirà il 21 novembre prossimo e sarà ospitata a Torino fino al 2025, verranno dirottati fiumi di denaro: «18 milioni di euro per il 2021 e 15 milioni per ciascuno degli anni, dal 2022 al 2025, per complessivi 78 milioni di euro». Massimiliano Peggio, La Stampa