Skip to content
Menu
Rassegna – Casa della Legalità
  • Blog
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Sample Page
  • The New UMoMA Opens its Doors
Rassegna – Casa della Legalità

Torino, le condanne del processo Minotauro diventano definitive: Dal padrino che parlava con la politica, al narcos, al “palestrato” con migliaia di follower

Posted on Novembre 6, 2020Gennaio 10, 2021

Il boss vecchio stampo votato al narcotraffico, il «padrino» ormai anziano cercato volentieri da pezzi della politica in cerca di voti e il giovane rampante che fa il pieno di follower sui social. Si chiude con l’immagine di un darwinismo criminale un’era giudiziaria, quella di Minotauro, la più grande operazione contro la ‘ndrangheta in Piemonte che dieci anni dopo gli arresti, è da considerarsi esaurita in tutti i gradi di giudizio. Era iniziata in una notte del 2006 quando nel carcere delle Vallette Rocco Varacalli disegnava sulla parete della cella un uomo in croce e due persone che lo infilzavano con delle lame. Dirà poi a verbale «Erano il magistrato Roberto Sparagna, (oggi alla Dna) e il maresciallo dei carabinieri Luigi Salerno» che lo avevano arrestato poco prima per traffico di droga. Quella notte Varacalli si pentì e parlò per quattro lunghi anni. I carabinieri della prima sezione del nucleo investigativo di via Valfrè insieme ai colleghi di Venaria e Ivrea (guidati dagli ufficiali Vincenzo Bertè, Domenico Mascoli e Antonio Bagnato) trovarono riscontri su riscontri coordinati proprio da Sparagna e dalla collega Monica Abbatecola. Il blitz scattato l’8 giugno 2011, invertì il rullo tradizionale delle notizie dei Tg di primo mattino. Centocinquantatre arresti, altrettanti indagati, 100 milioni di euro di beni confiscati. Dice Sparagna, cercato da La Stampa: «Minotauro è stato uno spartiacque nella storia giudiziaria nazionale insieme a Crimine e Infinito. Ha evidenziato l’unitarietà di questa mafia che ha replicato i suoi modelli ormai in ptessocchè tutte le regioni d’Italia».

Ieri si è chiusa questa era giudiziaria con la condanna definitiva sancita dalla Cassazione per Rosario Marando, Giorgio Demasi e Domenico Agresta che sono poi lo specchio dell’evoluzione della mafia calabrese in Piemonte. Da Demasi, «cercato» con cordialità da alcuni politici del Pd a caccia di voti in occasione delle primarie del 2010 per il candidato sindaco di Torino, a Marando, erede di un casato che con la cocaina ha cambiato la storia della ‘ndrangheta trasportandola in una dimensione mondiale, fino ad Agresta, campione di crossfit, emblema di quella mafia mimetica, dal volto gentile. Sui social: 5 mila amici e 2000 followers. È il segno della mafia che cambia, che si confonde nel mondo di tutti continuando a seminare illeciti. Che viene cercata dalla politica («che sennò poi quando ci sono le elezioni chi glieli trova i voti?»), sempre immersa nel business più redditizio dell’associazione (il traffico di cocaina) o a caccia di legittimazione sociale spendendo un profilo pubblico perfettamente integrato nella modernità. Che però è allergica ai giornalisti. L’altroieri sera mentre la nostra fotografa Barbara Torra stava documentando le fasi dell’arresto di Agresta a Volpiano, qualcuno – legato all’arrestato – si è avvicinato all’auto della reporter: «Prendigli la targa» ha detto al suo amico. Perché nonostante il volto friendly, il metodo mafioso non cambia mai. Giuseppe Legato, La Stampa

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Informazioni su questo sito

Le informazioni sono patrimonio collettivo, di utilità sociale.
In questo sito di rassegna stampa e web l’accesso è gratuito.
Le pubblicazioni più recenti sono disponibili nell’archivio generale, le pubblicazioni risalenti a più di 10 anni sono invece nella sezione archivio storico, accessibile solo ai lettori iscritti al sito.
Chi, citato negli articoli pubblicati, volesse che le informazioni siano aggiornate può comunicarci il testo e la documentazione da allegare all’articolo in questione così da garantire l’aggiornamento nell’interesse personale e collettivo. Le precisazioni degli interessati alle pubblicazioni contenuti in “archivio storico” saranno anche inviate via e-mail agli iscritti a tale sezione così da garantirne la conoscenza.

presidenza@casadellalegalita.org
rassegna@casadellalegalita.org

Categorie

  • beni confiscati (3)
  • Calabria (12)
  • cultura mafiosa (1)
  • ecomafie (2)
  • Emilia Romagna (3)
  • Europa (1)
  • Lombardia (8)
  • Mafie al nord (288)
  • Mafie straniere (1)
  • pentitismo (3)
  • Piemonte (1)
  • processo Rinascita Scott (7)
  • Questioni di fondo (30)
  • Valle D'Aosta (2)
  • Veneto (1)
©2025 Rassegna – Casa della Legalità | Powered by SuperbThemes!