Il cortocircuito: a febbraio Marco Mescolini è stato inviato nel capoluogo toscano dopo l’esposto presentato da quattro sostitute procuratrici che ritenevano compromessa la serenità del loro lavoro sotto la guida dell’ex pm antimafia. Ora si apprende che per spostare gli effetti personali del procuratore è stato inviato una persona che il magistrato ha contribuito a far condannare nell’ambito del processo ai clan di ‘ndrangheta in Emilia Romagna
L’ex procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini, trasferito d’ufficio il 24 febbraio scorso, oggi opera presso la Procura di Firenze mentre al Tar pende il suo ricorso contro la decisione presa dal CSM. Trasferimento per incompatibilità ambientale votato all’unanimità dal Plenum dopo l’esposto presentato da quattro sostitute procuratrici che ritenevano compromessa la serenità del loro lavoro sotto la guida dell’ex pm antimafia. Mescolini ha lasciato l’appartamento in affitto in cui viveva a Reggio Emilia, in piazza XXIV maggio, affidandosi per il trasloco ad una impresa che gli era stata segnalata da personale della Polizia Giudiziaria e che svolge lavori di pulizia presso gli uffici del Tribunale di Reggio Emilia. La mattina del 4 aprile, uno dei due operai addetti a svuotare l’appartamento, ha iniziato a parlare con il procuratore del processo Aemilia, nel quale Mescolini ha svolto le funzioni di pubblico ministero, dicendo di chiamarsi Salvatore Olivo, lamentandosi di non essere stato interrogato a dovere sui propri rapporti con Carmine Belfiore, e chiudendo il ragionamento con la domanda: “Hai visto che fine ha fatto Mescolini?”.
I Carabinieri di Modena, informati del fatto dallo stesso Mescolini, hanno ricostruito la vicenda processuale dell’addetto al trasloco, condannato in primo grado al processo Aemilia a 4 anni e 6 mesi di reclusione, pena ridotta in appello a 2 anni e 8 mesi, per intestazione fittizia di società. Salvatore Olivo era il titolare del 10% di quote della società Argon srl, che la Direzione Distrettuale Antimafia ritiene venisse utilizzata dal reale proprietario, Carmine Belfiore, a sua volta condannato a 16 anni e 6 mesi in appello quale membro della cosca di ‘ndrangheta operante in Emilia Romagna, per commettere frodi fiscali.
Ad effettuare il trasloco da Reggio Emilia a Firenze del procuratore, oggi sotto scorta di terzo livello per le minacce mafiose subite, è stato dunque mandato un imputato di Aemilia che lo stesso Mescolini ha contribuito a far condannare, ancora libero in attesa della sentenza definitiva di Cassazione. L’impresa che ha realizzato il trasloco, la Clean Service srl, aveva già realizzato secondo i Carabinieri di Modena il trasferimento a Firenze di materiali prelevati nell’ufficio di Mescolini presso la Procura. Informati del fatto i titolari dell’azienda hanno presentato le proprie scuse al procuratore e stralciato dal conto finale le ore lavorate da Salvatore Olivo.
L’episodio risale ai primi di aprile ma non è il solo né l’ultimo saluto di una città al suo ex procuratore. Non meno inquietanti sono le scritte, a mano e con un pennarello, comparse in questi giorni e ancora visibili su diversi cartelli stradali a Reggio Emilia. Una semplice frase scritta in maiuscolo e ripetuta più volte: “Grazie pm Salvi!!”. Il riferimento è evidentemente a Valentina Salvi, una dei quattro sostituti procuratori di Reggio Emilia che hanno firmato l’esposto al Csm da cui è derivato l’allontanamento di Mescolini per incompatibilità ambientale. Per contestualizzare questo ringraziamento con i punti esclamativi basta guardare dove sono collocati i cartelli imbrattati: due sono proprio in piazza XXIV maggio, sotto le finestre del piccolo appartamento in cui viveva in affitto il procuratore. Questi due episodi rappresentano ad oggi le principali manifestazioni di saluto e di ringraziamento che Reggio Emilia ha riservato a Mescolini. Il quale forse sperava in qualcosa di meglio. Paolo Bonacini, ilfattoquotidiano.it