Nelle prime ore dell’alba dell’8 Luglio 2021, nelle province di Como e Milano, i militari del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Como, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale Ordinario di Milano su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 6 soggetti, tutti di nazionalità italiana, dei quali tre associati in carcere e tre sottoposti agli arresti domiciliari, ritenuti a vario titolo responsabili del reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti speciali ex art. 452 quaterdecies c.p. Nella circostanza, sono state eseguite altrettante perquisizioni personali e locali, procedendo altresì al sequestro di beni immobili e mobili disposto dall’A.G. inquirente
Nel corso delle indagini, intraprese ad iniziativa del Reparto Operativo nel mese di Aprile 2019 e concluse dopo circa un anno, è stato ricostruito in maniera analitica e dettagliata un quadro probatorio, da cui emergono evidenti responsabilità penali che hanno coinvolto a vario titolo un’impresa edile del comasco, già sottoposta nel 2017 ad interdittiva antimafia e molto radicata nel territorio provinciale nel settore dello scavo e movimento terra, riconducibile a tre imprenditori appartenenti alla stessa famiglia criminale di origine calabrese di Fino Mornasco, tutti associati in carcere, nonché il proprietario terriero che ha messo a disposizione i fondi agricoli insistenti in Senna Comasco(CO) coadiuvando anche l’impresa edile nell’attività criminale di occultamento dei rifiuti con livellamento del terreno, un geologo di Settimo Milanese ed infine un dirigente del Comune di Senna Comasco ora in pensione, quest’ultimi tre agli arresti domiciliari.
Gli esiti investigativi hanno tracciato in maniera evidente ed esaustiva l’attività organizzata per il traffico illecito e sversamento di rifiuti speciali[1], perlopiù risultati di scavi di lavori edili e stradali, peraltro in una vasta area verde di riserva sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici, e le connivenze maturate nel contesto dell’Ufficio Tecnico Comunale di Senna Comasco (CO) con a capo il citato dirigente che rilasciava permessi di riempimento e livellamento dei campi nonostante le difformità del materiale utilizzato con l’avallo delle perizie geologiche del professionista incaricato contenenti dati inesatti e completa assenza di controllo e vigilanza specifica.
Tra gli arrestati sottoposti alla misura cautelare in carcere figura un noto pregiudicato, a capo della succitata azienda edile, con precedenti penali e condanne, in quanto già arrestato per associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti nell’anno 1994, nell’ambito dell’operazione antimafia della DDA di Milano denominata “La notte dei Fiori di San Vito” e legato alla Locale di ‘ndrangheta di Fino Mornasco.
L’attività d’indagine, oltre all’esecuzione delle summenzionate ordinanza di custodia cautelare, ha consentito anche il sequestro, finalizzato alla confisca, di nr. 4 autocarri da cava, adibiti a trasporto e movimento terra, e nr. 3 macchine operatrici tra escavatori e pale meccaniche nonché dell’intera citata area agricola, per complessivi 4,70 ettari circa, di cui quasi un terzo interessato direttamente allo sversamento di rifiuti.
L’area, localizzata nel Comune di Senna Comasco(CO) località Gaggio, è utilizzata per fienagione e pascolo animali da latte e carne e nel suo contesto si snodano falde acquifere facenti parte del bacino idrografico della Valle del Gaggio. L’attività di sversamento illecito di rifiuti, man mano ricoperti da terra, ha creato, nel tempo, un fronte di terreno inquinato in alcuni punti alto almeno 10 metri. comunicato stampa carabinieri.it
Senna Comasco, rifiuti sotterrati. L’ombra della ‘ndrangheta. Chi sono i sei arrestati
Un’area verde di 46mila metri quadrati, pari a quattro campi da calcio, inserita in una riserva naturale. È qui che, secondo le ricostruzioni dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Como, che hanno portato all’arresto di sei persone, sarebbero stati riversati 85 metri cubi di inerti in un anno, tra 2019 e 2020, con una stratificazione di una decina di metri. A fronte di un capacità di carico di ogni camion di 15 metri cubi, è stato calcolato che per quello sversamento, sono stati necessari circa 6000 viaggi, che hanno prodotto un accumulo di sassi, cemento e altri materiali edili, dove era prevista terra per migliorare la qualità dei foraggi coltivati. In carcere, con l’accusa di traffico illecito di rifiuti, sono finiti Antonio Mercuri, 65 anni di Fino Mornasco, e i figli Massimiliano, 45 anni e Giuseppe, 32 anni, che ieri hanno sostenuto l’interrogatorio di garanzia, mentre sono finiti ai domiciliari Armando Perlini, 65 anni di Senna, titolare del terreno, l’ex responsabile dell’Ufficio Tecnico, Luciano Arcellaschi, 67 anni di Como, e Giorgio Cardin, 54 anni di Settimo Milanese, geologo e direttore dei lavori, che saranno invece interrogati lunedì. Il Giorno