L’inchiesta “Isola scaligera” su una ‘ndrina trapiantata nel Veronese ma collegata alle cosche Arena e Nicoscia
Tra le cosche di ‘ndrangheta che allungano i loro tentacoli nel Nord Italia ci sono anche le ’ndrine di Isola Capo Rizzuto. Lo sottolineano gli inquirenti della Dda di Venezia che con l’operazione “Isola scaligera” ipotizzano la presenza nel Veronese di un clan collegato alla casa madre degli Arena-Nicoscia, ma in grado di prendere decisioni autonome. Una ’ndrina con una montagna di soldi da riciclare e con l’abilità di coinvolgere nella sua rete di affari illeciti e relazioni, imprenditori e personaggi noti della realtà veneta, fino a lambire finanche un pezzo da 90 della politica locale come l’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, che estraneo ai reati di mafia, era stato indagato a piede libero per peculato nell’inchiesta condotta dalla Polizia, per poi uscire fuori dal procedimento.
Adesso per le 43 persone, coinvolte nell’inchiesta, la pm Lucia D’Alessandro, ha chiesto il rinvio a giudizio. Al vertice del “cellula” veronese i magistrati e gli investigatori collocano il presunto boss Antonio Giardino, 52 anni di Isola Capo Rizzuto, ma residente da anni in Veneto. Antonio Morello, Gazzetta del Sud