Skip to content
Menu
Rassegna – Casa della Legalità
  • Blog
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Sample Page
  • The New UMoMA Opens its Doors
Rassegna – Casa della Legalità

Milano, «Guerra di mafia a San Giuliano»: nuovi indagati per l’omicidio Verderame

Posted on Ottobre 11, 2019Maggio 18, 2021

Il pregiudicato 32enne fu ucciso nel 1988 davanti a un asilo

La guerra di mafia passò anche da San Giuliano Milanese: è l’ipotesi che per la seconda volta porta avanti la direzione distrettuale antimafia di Milano, che ha chiesto il rinvio a giudizio di Antonio Rinzivillo, 61 anni, che sta scontando 30 anni in regime di 41 bis, e di un collaboratore di giustizia, A.P., 62 anni, quali mandante il primo ed esecutore il secondo dell’efferato omicidio con due pistole, 38 e 7.65, di Cristoforo Verderame, che aveva 32 anni il 2 ottobre del 1988, quando fu freddato davanti all’asilo Enrico Fermi di Borgolombardo. Alla fine degli anni ottanta i corleonesi di Totò Riina erano impegnati a difendere a suon di omicidi i loro affari milanesi dalla concorrenza che arrivava dagli espulsi da Cosa Nostra che si riconoscevano nell’associazione criminale a delinquere gelese della Stidda.

Per l’omicidio Verderame in questa nuova inchiesta sono state determinanti le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, E.T. e C.P.. Secondo i quali il presunto esecutore materiale non avrebbe agito da solo, ma con un complice (tuttora ignoto alla giustizia) sarebbe arrivato in via Sesto Gallo a bordo di una Fiat Uno. Verderame provò a fuggire ma fu colpito tre volte al torace e una alla nuca. Una ventina di bambini stavano facendo ricreazione nell’atrio della scuola e videro il 32enne cadere in un lago di sangue, dopo aver sentito una serie di spari via via più vicini.

Nel 2006 il pm Marcello Musso …. promosse un primo processo per l’omicidio Verderame e altri cinque delitti di quel periodo. Rinzivillo era già imputato, a fianco di Piddu Madonia e Totò Riina, ma per Verderame non fu dichiarato colpevole. Quel primo processo partì tra l’altro dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, colui che avrebbe premuto il telecomando della strage di Capaci e sciolto nell’acido il figlioletto di un pentito. Ora il pm Stefano Ammendola (in passato impegnato anche in alcuni casi a Lodi) ritiene di aver nuovi elementi per chiudere il caso…. Il Cittadino

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Informazioni su questo sito

Le informazioni sono patrimonio collettivo, di utilità sociale.
In questo sito di rassegna stampa e web l’accesso è gratuito.
Le pubblicazioni più recenti sono disponibili nell’archivio generale, le pubblicazioni risalenti a più di 10 anni sono invece nella sezione archivio storico, accessibile solo ai lettori iscritti al sito.
Chi, citato negli articoli pubblicati, volesse che le informazioni siano aggiornate può comunicarci il testo e la documentazione da allegare all’articolo in questione così da garantire l’aggiornamento nell’interesse personale e collettivo. Le precisazioni degli interessati alle pubblicazioni contenuti in “archivio storico” saranno anche inviate via e-mail agli iscritti a tale sezione così da garantirne la conoscenza.

presidenza@casadellalegalita.org
rassegna@casadellalegalita.org

Categorie

  • beni confiscati (3)
  • Calabria (12)
  • cultura mafiosa (1)
  • ecomafie (2)
  • Emilia Romagna (3)
  • Europa (1)
  • Lombardia (8)
  • Mafie al nord (288)
  • Mafie straniere (1)
  • pentitismo (3)
  • Piemonte (1)
  • processo Rinascita Scott (7)
  • Questioni di fondo (30)
  • Valle D'Aosta (2)
  • Veneto (1)
©2025 Rassegna – Casa della Legalità | Powered by SuperbThemes!