Colpite due aziende edili e una ditta a Viadana, Borgo Virgilio e Quistello. Due delle imprese erano vicine alla ’ndrangheta
Condanne definitive per reati di mafia e contiguità con la ’Ndrangheta. Con queste motivazioni il prefetto Michele Formiglio ha adottato tre interdittive antimafia nei confronti di altrettante imprese di Borgo Virgilio, Viadana e Quistello. Si tratta di due aziende del settore edile (Borgo Virgilio e Viadana) e di un’impresa individuale, a Quistello, chiusa da tempo ma che il titolare intendeva riaprire per operare in un altro settore. Il prefetto non ha reso noto i nomi di nessuna delle tre aziende colpite dal provvedimento e, nel caso di quella quistellese, nemmeno il settore primario di riferimento. «Non siamo stati informati di nulla» affermano i due sindaci di Quistello, Luca Malavasi e di Viadana, Nicola Cavatorta, mentre non è stato possibile contattare il primo cittadino di Borgo Virgilio, Francesco Aporti.
Con queste tre interdittive, le imprese destinatarie cessano di operare non potendo più avere rapporti con le pubbliche amministrazioni e con privati. I tre provvedimenti sono conseguenza degli approfondimenti compiuti nell’ambito del gruppo interforze istituito in prefettura e si aggiungono ad altri quattro dello stesso tenore adottati dal prefetto nei mesi scors i.
Per una delle tre imprese è stata accertata la presenza di condanne definitive per reati stabiliti dalla vigente normativa antimafia, di per sé sufficienti a far scattare la misura interdittiva. Per altre due aziende, invece, le indagini condotte nell’ambito di distinti procedimenti giudiziari hanno fatto emergere «inequivocabili elementi di contiguità con organizzazioni criminali – si legge nel comunicato della prefettura – orbitanti negli ambienti della ’Ndrangheta calabrese, tali da esporle al rischio di condizionamento da parte di quest’ultima».
Le sette interdittive emanate dal prefetto nel giro di pochi mesi confermano «il forte impegno delle istituzioni nella tutela dell’economia legale e nella sicurezza della comunità».
Nella nota la prefettura sottolinea l’azione preventiva di controllo del territorio e contrasto alla criminalità organizzata da parte della prefettura di Mantova, delle forze di polizia territoriali e della Direzione investigativa antimafia. Con i provvedimenti interdittivi si colpisce in via amministrativa settori e ambiti particolarmente attraenti per gli appetiti criminali, «in piena complementarietà con l’azione repressiva dell’autorità giudiziaria». L’attività antimafia di competenza della prefettura si svolge attraverso gli strumenti dell’interdittiva, delle comunicazioni o informazioni liberatorie e sulla verifica dei requisiti per l’iscrizione nelle cosiddette white-list per contrattare con la pubblica amministrazione. L’obiettivo è impedire il reinvestimento dei proventi di riciclaggio o, comunque, di capitali illeciti con l’estromissione di imprese contigue agli ambienti della criminalità organizzata dai rapporti con la pubblica amministrazione, anche solo per il conseguimento di autorizzazioni e licenze. — La Gazzetta di Mantova