Le attività con sede a Robbiate e ad Annone vicine a nomi noti di ‘ndrangheta
Erano aziende della mafia, per questo sono state chiuse. Il prefetto di Lecco Castrese De Rosa ha emesso treprovvedimenti interdittivi antimafia per chiudere altrettante società. La serrata è scattata per la “A.M. Metalli” e la “M.L. Metalli di Robbiate, intestate al 32enne Luciano Mannarino, arrestato lo scorso febbraio durate l’operazione anti-mafia “Cardine – Metal Money” per smantellare l’impero di rottami radioattivi, estorsioni e usura del nuovo boss della ‘ndrangheta lecchese compare Cosimo Vallelonga finito di nuovo in carcere anche lui a 72 anni d’età, e per la “Sozzi Oscar” di Annone Brianza del 47enne Oscar Sozzi, pure lui coinvolto nella stessa indagine e con parecchi precedenti.
“Per quanto concerne le società di Luciano Mannarino, le indagini coordinate dalla Dda di Milano hanno consentito di accertare che era partecipe all’associazione criminale di stampo mafioso di matrice ‘ndranghetista con il ruolo di prestanome dei conti correnti – si legge in una nota diramata dalla prefettura -. In particolare le società assolvevano alla fondamentale funzione di fornire, tramite l’emissione di fatturazioni soggettivamente inesistenti, la copertura contabile necessaria alle aziende utilizzatrici per la cessione di carichi di rottami acquistati in nero. Il denaro corrisposto dalle società utilizzatrici veniva poi in parte riciclato in altre attività e in parte prelevato in contanti per poi essere reinvestito nel traffico illecito di rifiuti e utilizzato per il pagamento degli stipendi dei numerosi soggetti dell’associazione, tra cui Cosimo Vallelonga, promotore finanziatore e organizzatore dell’associazione criminale nonché amministratore di fatto delle predette società, i cui conti erano utilizzati anche per le illecite attività di prestito di denaro a tassi usurai ed esercizio abusivo del credito”. “Nei confronti di Oscar Sozzi, già indagato e condannato per vari reati, tra cui associazione a delinquere, ricettazione, reati inerenti gli stupefacenti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, truffa, reati di natura finanziaria, , sono emerse le condizioni ostative previste dal codice antimafia che determinano l’adozione di un provvedimento interdittivo”, proseguono sempre dalla prefettura.
Settimana scorsa è stato chiuso il mobilificio “Arredomania” di Perego della Valletta Brianza, il quartier generale di Cosimo Vallelonga. Le meticolose verifiche per poter emettere le interdittive antimafia, che sono provvedimenti di tipo amministrativo non penale, sono stati svolti dai componenti del pool antimafia lecchese di cui fanno parte carabinieri, poliziotti, finanzieri e investigatori della Dda di Milano oltre che di un incaricato della prefettura, che hanno compiuti accertamenti societari, finanziari e anagrafici, oltre che su precedenti giudiziari e sui controlli di polizia. Negli ultimi due anni sono in tutto 19 le interdittive antimafia in provincia di Lecco. “Stiamo lavorando intensamente per salvaguardare l’economia legale dalle infiltrazioni della criminalità organizzata che, in questo territorio, sono prepotentemente radicate come testimoniano le numerose indagini svolte dalle Forze di polizia coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano”, commenta il prefetto Daniele De Salvo, Il Giorno