Due nuove interdittive antimafia sono state adottate negli ultimi giorni dal Prefetto Donato Cafagna nei confronti di altrettante società veronesi, i cui rappresentanti legali sono risultati direttamente o indirettamente coinvolti nelle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, che hanno portato negli scorsi mesi ad individuare la presenza nella provincia scaligera di associazioni a delinquere di stampo ‘ndranghetistico, attive non solo in ambiti prettamente criminali ma anche in ambito imprenditoriale nei settori delle costruzioni edilizie e degli impianti fotovoltaici e tecnologici destinati ad attività produttive e ad enti e società pubbliche di rilievo nazionale.
Il primo provvedimento ha interessato la SG Costruzioni Società Cooperativa con sede a Verona, facente capo ad esponenti ed affiliati della locale Giardino, in collegamento con la famiglia Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto (Crotone), alleata alla cosca Grande Aracri di Cutro (Crotone) in Calabria.
La seconda interdittiva ha riguardato la società Cubi srl, con sede a Sommacampagna, per la quale nell’operazione Taurus è emersa una contiguità tra la compagine societaria pro tempore ed esponenti di spicco del già citato gruppo Giardino.
Gli ulteriori accertamenti svolti dalle Forze di Polizia in seno al Gruppo Interforze Antimafia hanno confermato la sussistenza di elementi sintomatici che denotano un fenomeno di infiltrazione criminale, non occasionale, nei confronti delle due società, evidenziando la necessità di un intervento in chiave preventiva antimafia.
L’azienda Cubi «ritiene la decisione del prefetto ingiustificata e ingiustamente penalizzante – scrive in una nota – in virtù del fatto che non solo non esiste alcun elemento oggettivo, ma nemmeno alcuna ragionevole presunzione indiziaria di pericoli di infiltrazioni malavitose. La regolarità e trasparenza di ogni processo decisionale e di ogni movimentazione di denaro è stata già accertata dalle indagini della Procura distrettuale antimafia di Venezia. In ogni caso Cubi Srl per tutelare ulteriormente azienda, dipendenti e clienti ha presentato al Tribunale di Verona, di propria iniziativa, la richiesta di controllo giudiziario, istituto che, con la garanzia di un costante monitoraggio giudiziario, consente la piena operatività aziendale anche nei confronti delle pubbliche amministrazioni».
Cubi Srl ha presentato ricorso al Tar, che ha fissato la camera di consiglio mercoledì 27 gennaio.
Da questa mattina è in corso su tutto il territorio nazionale un’operazione contro la ’ ndrangheta, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, denominata «Basso profilo», che vede impegnati duecento donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e centosettanta unità tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza con il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero. Eseguite numerose misure di custodie cautelari nei confronti dei maggiori esponenti delle ’ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come «Bonaventura» «Aracri», «Arena» e «Grande Aracri», nonchè di imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le organizzazioni criminali.
Oltre alle misure cautelari, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali. Nel corso delle indagini è stata accertata la movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre trecento milioni di euro.
Tra gli indagati c’è anche il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa. La sua casa di Roma è stata perquisita. In mattinata Cesa si è dimesso da segretario dell’Udc.
Tra le 50 persone arrestate, di cui 13 in carcere, 35 ai domiciliari, c’è anche l’assessore al Bilancio della Regione Calabria, Francesco Talarico, finito ai domiciliari. L’arena