I giudici hanno riconosciuto un risarcimento di 15mila euro al Comune di Volpiano e di 10mila euro al Comune di San Giusto Canavese che si sono costituiti parte civile
Martedì scorso si è chiuso il processo di primo grado contro l’ndrangheta in provincia di Torino frutto dell’operazione «Cerbero». 62 gli imputati, 46 le condanne per un totale di 237 anni di carcere. Nel mirino degli inquirenti il più longevo clan di ‘ndrangheta del Piemonte che aveva messo solide radici a Volpiano e a San Giusto Canavese, composto da numerosi calabresi originari della Locride.
Tra le condanne più rilevanti quella a dieci anni per Antonio Agresta, 61 anni, già in carcere per l’operazione Minotauro, Bruno Pezzolato (17 anni) e Michelangelo Versaci (14 anni e 6 mesi). Quasi tutte le contestazioni di associazione di stampo mafioso hanno retto.
I giudici hanno riconosciuto un risarcimento di 15mila euro al Comune di Volpiano e di 10mila euro al Comune di San Giusto Canavese che si sono costituiti parte civile. L’operazione dei carabinieri era scattata a seguito delle rivelazioni del pentito Domenico Agresta, già in carcere dal 2008. Quotidianocanavese.it