Tutti parlano di mafia, ma pochi hanno le competenze per comprendere il fenomeno e intervenire: un gap di conoscenza a cui ora proverà a porre rimedio la prima Scuola popolare antimafia. Il progetto pilota nasce a Brescia, seconda provincia in Lombardia per numero di beni confiscati alla criminalità organizzata, grazie all’intuizione di Alessandro Sipolo, vicepresidente della Cooperativa K-Pax Onlus, già allievo di Nando Dalla Chiesa, docente di Sociologia della criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano e fondatore dell’osservatorio sulla criminalità organizzata Cross. “La mafia non è più un tema di nicchia – ha sottolineato Dalla Chiesa, presentando il progetto – il tema è entrato nella percezione collettiva. Bisogna passare dal sentire che il problema c’è a estendere le conoscenze. Oggi di Brusca ne parlano tutti, se c’è un processo importante di Gratteri in tanti se ne occupano. Il problema è avere delle conoscenze strutturate che permettono di capire e non solo di ascoltare”.
Parlare di mafie è importante, dunque, ma non basta. “È un argomento di cui si parla come della nazionale di calcio – prosegue Dalla Chiesa – il progetto di Sipolo va nella direzione di trasformare questa attenzione superficiale in quella conoscenza che ci permette di avere una società in grado di contrastare la mafia, non una società in cui ogni teoria suggestiva può essere legittimata”. Trasversale la compagine che supporta l’iniziativa, sviluppata da K-Pax Onlus, Cross e dalla redazione web di Stampo Antimafioso: a sostegno ci sono comune di Brescia, Cgil, Cisl e Uil e fondazione Asm.
“Le inchieste – ha spiegato la vicesindaco Laura Castelletti – evidenziano la presenza della criminalità organizzata anche nel Bresciano. Oltre alle indagini, serve una cittadinanza consapevole ed attiva”. …. Federica Pacella, Il Giorno